LE NEOPLASIE TORACICHE

Le neoplasie toraciche sono un gruppo eterogeneo di neoplasie che comprendono i tumori polmonari e tumori più rari come il mesotelioma maligno e le neoplasie timiche.

I tumori polmonari rappresentano ad oggi la prima causa di morte per neoplasia in entrambi i sessi e la loro incidenza è in continuo aumento, soprattutto tra le donne. Il fumo rimane ad oggi il principale fattore di rischio. I sintomi più frequenti all’esordio sono tosse persistente, astenia, dimagrimento progressivo. La corretta e tempestiva diagnosi rimane il requisito fondamentale per un adeguato ed efficace approccio terapeutico.

Il trattamento delle neoplasie polmonari dipende dallo stadio di malattia, dall’istologia e dalle caratteristiche biomolecolari e spesso richiede un complesso approccio multidisciplinare. Il processo diagnostico-terapeutico prevede pertanto la collaborazione di numerose figure mediche altamente specializzate in diversi ambiti.

In quest’ottica nella nostra struttura esiste un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA per le neoplasie toraciche) denominato Centro Accoglienza Neoplasie Toraciche (CANTO). Tale gruppo di esperti ha definito, sulla base delle evidenze scientifiche, le migliori modalità di diagnosi e terapia per il paziente con neoplasia polmonare. Questo consente di individuare un percorso personalizzato sulle esigenze del singolo paziente, che viene delineato attraverso riunioni settimanali accorciando notevolmente le tempistiche per la diagnosi e per l’inizio del trattamento tempestivo.

IL MESOTELIOMA

Il mesotelioma rappresenta un raro tumore che origina dalle cellule della pleura, una sottile membrana a due strati che avvolge da un lato i polmoni e dall’altro la parete toracica. Il principale fattore di rischio riconosciuto è l’esposizione all’asbesto, un minerale fibroso in passato molto utilizzato nell’industria cantieristica e nelle costruzioni il cui uso è stato vietato a partire dagli anni 90’. È una neoplasia che può però insorgere anche dopo decenni dal contatto con il suddetto agente causale, tanto che il picco dei casi è previsto nelle prime decadi del nuovo millennio.

Il quadro sintomatologico tipico è caratterizzato da sintomi respiratori e soprattutto dalla comparsa di versamento pleurico e di dolore (manifestazione più rara nelle altre neoplasie toraciche, in quanto il polmone non ha un’innervazione dolorifica al contrario della parete toracica e della pleura parietale che la avvolge internamente) nella zona infiltrata dal tumore.

La diagnosi, a volte complessa considerando l’età spesso molto avanzata dei pazienti affetti da tale patologia, si basa sulle stesse metodiche utilizzate per le neoplasie polmonari, ma può avvalersi, nei pazienti più fragili, anche dell’analisi citologica del liquido pleurico in cui si potranno osservare cellule di natura eteroplasica.

La terapia è strettamente correlata con le condizioni cliniche del paziente, con le caratteristiche molecolari e l’estensione della malattia. L’intervento chirurgico di pleuro-pneumectomia o di semplice pleurectomia/decorticazione, spesso si avvale della radioterapia o della chemioterapia pre o post-operatorie ed è l’unica metodica che consenta una potenziale guarigione del paziente.

Nei casi, non infrequenti, in cui la malattia si presenta in fase troppo avanzata, la chemioterapia con schemi a base di platino rappresenta l’unica opzione percorribile.

Una menzione particolare merita anche il talcaggio pleurico, un intervento chirurgico che ha un ruolo esclusivamente palliativo e serve a ridurre l’entità e la frequenza del versamento pleurico che frequentemente costituisce il sintomo maggiormente invalidante del mesotelioma. L’immissione nello spazio tra la pleura interna e quella più esterna di talco produce una reazione sclerosante che impedisce l’accumulo di liquido e facilita di conseguenza la respirazione.

LE NEOPLASIE TIMICHE     

Il timo è un organo posto in posizione centrale nel torace, a livello del mediastino, lo spazio tra i due polmoni dove è posto anche il cuore. Ha un ruolo importante durante l’infanzia perché è la principale sede extra-midolllare di maturazione e specializzazione dei linfociti T, le cellule che guidano la risposta immunitaria sia cellulo-mediata che quella umorale mediata dai linfociti B e dagli anticorpi da essi prodotti. Esaurita questa funzione, il timo regredisce e si atrofizza.

In rarissimi casi è possibile, anche e soprattutto in età avanzata, che dal residuo timico si sviluppino dei tumori, che possono essere quasi indolenti, a lenta crescita e scarsamente invasivi (timomi), oppure, in casi ancora più infrequenti, assumere caratteristiche di franca malignità (carcinomi timici).

L’infrequenza di queste neoplasie rende molto complessa la loro gestione. È pertanto fondamentale rivolgersi a centri specializzati e con esperienza della materia. Una valutazione multidisciplinare stilerà il migliore percorso terapeutico, ovviamente in base alle caratteristiche evidenziate dalla malattia ed al performance status del paziente.

L’approccio chirurgico, se fattibile, è quello che garantisce con maggiore probabilità la radicalizzazione della malattia, negli altri casi la chemioterapia costituisce invece la principale alternativa terapeutica.