Terminato il percorso di cura, le pazienti affette da neoplasie ginecologiche vengono seguite in ambulatori dedicati da professionisti Oncologi, con lo scopo di diagnosticare precocemente eventuali riprese di malattia e possibili complicanze legate ai trattamenti eseguiti. I controlli vengono personalizzati in base alla patologia e alle singole esigenze di ogni paziente. Il Follow Up dura in media 5-10 anni e prevede controlli con esami strumentali (TC, RM, PET, Ecografie, ecc), esami ematici e visite cliniche specialistiche.

Le Pazienti con tumori eredo-familiari (ad esempio: sindrome del tumore ereditario della mammella e dell’ovaio, sindrome di Lynch, poliposi adenomatosa familiare, ecc) hanno un maggior rischio di sviluppare neoplasie.

In questi casi i pazienti verranno presi in carico da team multidisciplinari e valutati per stretta sorveglianza e/o, qualora indicato, interventi a finalità preventive. Inoltre, verranno proposti esami strumentali specifici in relazione al maggior rischio di sviluppare neoplasie e i parenti di questi pazienti potranno eseguire consulenze genetiche presso il nostro Centro di Genetica Oncologica.

Tumore Ovarico:

La pianificazione di un follow up specifico per le pazienti con diagnosi di tumore all’ ovaio dovrebbe prevedere una serie di controlli:

  1. L’Esame obiettivo con visita ginecologica indicativamente ogni sei mesi o secondo l’indicazione dello Specialista di riferimento. Questo perché fino a un 50% delle recidive di tumore ovarico avviene nel contesto della pelvi; tuttavia, la sola visita clinica non è in grado di individuare ulteriori sedi comuni di recidiva, quali i linfonodi, gli organi dell’addome superiore e i polmoni.
  2. Esami ematici periodici con dosaggio di marcatori tumorali specifici, quali il CA125 e l’HE4. Il primo è stato estesamente valutato nella sorveglianza del carcinoma ovarico e circa l’80% dei tumori epiteliali dell’ovaio presenta elevati livelli del CA 125 al momento della diagnosi. Il secondo invece è ancora in fase di studio e appare superiore rispetto al CA-125 in fase diagnostica specie negli stadi iniziali di malattia, poiché dotata di elevata specificità nella distinzione tra carcinoma ovarico e patologie ginecologiche benigne. Pochi dati sono disponibili sul suo possibile ruolo anche nel follow-up del carcinoma ovarico. E’ importante ricordare che un marcatore elevato, in particolare la singola misurazione, non è sufficiente per diagnosticare una recidiva di malattia e necessita, almeno, di una correlazione con gli esami strumentali.
  3. La TC rappresenta l’esame strumentale di riferimento per la diagnosi delle recidive, presentando un’elevata sensibilità e specificità. L’ esame viene proposto ogni 4-6 mesi, tenendo conto del rischio legato all’ esposizione di radiazioni ionizzanti e personalizzato in base alle caratteristiche delle neoplasie e delle esigenze delle pazienti.
  4. Per ridurre l’esposizione alle radiazioni ionizzanti della TC potrebbe essere utilizzata l’ecografia dell’addome anche se l’accuratezza diagnostica risulta inferiore. Anche la RM può avere un ruolo nel follow up delle pazienti affette da tumori ovarici, considerando anche possibili allergie a mezzi di contrasto jodati utilizzati negli esami TC. L’ecografia transvaginale invece riveste un ruolo fondamentale nel diagnosticare le lesioni ovariche e dovrebbe essere proposta soprattutto in quelle pazienti sottoposte a trattamenti conservativi con la preservazione di una gonade.
  5. La PET/TC con FDG è considerata appropriata come esame di secondo livello e il suo utilizzo appare particolarmente indicato nelle pazienti con risalita del CA 125 e TC negativa.

 

Tumore dell’utero e della cervice uterina:

Secondo i dati ad oggi disponibili, la sorveglianza delle pazienti trattate per tumore dell’utero e della cervice uterina dovrebbe avvalersi di un’accurata anamnesi volta alla ricerca di sintomi suggestivi di ricaduta ed esame clinico. In particolare l’anamnesi, l’esame obiettivo e la visita ginecologica andrebbero proposti ogni 3-4 mesi nei primi tre anni dal trattamento chirurgico e/o chemioterapico e ogni 6 mesi nei successivi due anni.            

Inoltre, la sorveglianza delle pazienti trattate per tumore della cervice uterina deve includere un’attenta valutazione della pelvi, cui poter associare esame citologico e ricerca di HPV-DNA.

Ulteriori esami strumentali e/o biochimici andrebbero valutati con lo Specialistica di riferimento e potrebbero prevedere esami ematici con dosaggio di marcatori tumorali, ecografie, TC, RM e PET in base alla sintomatologia, alle caratteristiche e alle necessità della paziente.